Lezioni di storia: The Oregon Trail da più punti di vista
22.07.2024
Di Rick Lane, collaboratore
Dopo oltre cinquanta anni, The Oregon Trail è considerato tra i giochi educativi più celebri e di maggior successo commerciale. Tuttavia, proprio come il pericoloso sentiero che raffigura, il suo viaggio dalle scuole pubbliche del Minnesota fino alla fama internazionale non è stato privo di imprevisti. Nel corso degli anni, The Oregon Trail ha subito diverse trasformazioni per mano di numerosi sviluppatori che, applicando nuove tecnologie, hanno migliorato il design di base del gioco per adattarlo a un pubblico moderno.
I cambiamenti più importanti della serie, però, sono stati apportati alla rappresentazione della storia stessa. In quanto gioco educativo, l'accuratezza storica è sempre stata fondamentale per The Oregon Trail e ogni suo nuovo titolo ha portato una diversa prospettiva degli eventi che rappresenta. Con il passare degli anni, The Oregon Trail ha messo in discussione le antiche dicerie riguardanti i pericoli affrontati dai viaggiatori lungo il percorso, cercando di rappresentare l'espansione degli Stati Uniti verso ovest da più punti di vista. Inoltre, recentemente, ha cercato di rettificare la propria tendenza a glissare sulle pagine più oscure della storia di quest'epoca.
Umili origini
Sebbene The Oregon Trail sia nato nel 1971, la sua versione più nota è quella del 1985. R. Philip Bouchard, che a quel tempo era un autore di software presso il Minnesota Educational Computing Consortium, guidò lo sviluppo di questa edizione.
"Il MECC nacque nel 1973 come ente statale al servizio delle istituzioni scolastiche del Minnesota", ha affermato Bouchard. "Prima dell'invenzione dell'Apple II e di altri microcomputer, le attività del MECC si basavano sui computer mainframe". Come ha spiegato Bouchard, l'obiettivo principale del MECC era di realizzare e gestire dei "software amministrativi" per la gestione delle iscrizioni e dei percorsi degli scuolabus. "Al contrario, i software didattici [come The Oregon Trail] erano del tutto sperimentali, ideati e realizzati da appassionati nel loro tempo libero".
Nel 1980, The Oregon Trail contava già numerose versioni. Don Rawitsch, uno dei suoi tre co-creatori, entrò a far parte del MECC nel 1974, creando una nuova versione del gioco per il computer mainframe del dipartimento, conosciuta solamente come "OREGON", a cui le scuole locali potevano collegarsi tramite terminali. A questa seguì un'altra versione nel 1979, sviluppata per l'Apple II dopo che il MECC iniziò a incoraggiare l'utilizzo dei microcomputer di Apple nelle scuole, acquistando le macchine e rivendendole alle scuole a prezzo di costo. "Il MECC diventò presto il più grande rivenditore al mondo di computer Apple II", ha constatato Bouchard.
Persino in questa fase iniziale, The Oregon Trail era già una specie di fenomeno. "Vantava un'ottima reputazione nelle scuole del Nord America, dato che era utilizzato principalmente dagli studenti per divertirsi nelle ore libere", ha osservato Bouchard. "Nel 1983 il MECC era già stato soprannominato 'The Oregon Trail Company' (la società di The Oregon Trail)". Tuttavia, Bouchard non considerava questo soprannome del tutto lusinghiero.
"Il fatto che [The Oregon Trail] fosse ancora il prodotto più famoso del MECC nel 1983 era piuttosto imbarazzante dato che la sua grafica, la sua programmazione e il suo design generale erano grezzi e obsoleti". Infatti, la versione del 1979 non fu altro che una trasposizione di quella del 1974, con alcune modifiche secondarie e una grafica rudimentale per le attività di tiro.
Era un prodotto che, secondo Bouchard, era lo specchio dello stato in cui si trovava l'ente. "I primi 3 anni che ho trascorso al MECC sono stati molto frustanti", ha affermato. "In quel periodo non ho mai avuto la possibilità di progettare neanche un software degno di nota, tanto meno una delle mie simulazioni. Nel frattempo, fecero la loro comparsa i concorrenti del MECC e la qualità dei loro prodotti era spesso nettamente superiore".
Il punto più basso del periodo trascorso da Bouchard all'interno dell'ente arrivò due anni dopo il suo ingresso. "Prima del 1983 sostenevo in modo deciso che il MECC avesse bisogno di aggiornarsi, eliminando o sostituendo la maggior parte dei titoli presenti nel nostro catalogo. Sostenevo anche che 'OREGON' doveva essere sostituito immediatamente".
Finalmente, nel 1984, Bouchard riuscì a realizzare il suo sogno. Gli fu assegnata la realizzazione di una nuova versione di The Oregon Trail. Una versione che "conservasse la magia" dell'originale, ma che lo portasse al passo con i tempi.
Cambiare il gioco
Bouchard ha affermato che realizzare un'avventura grafica nel 1984 fosse "un requisito essenziale, qualcosa che doveva assolutamente essere fatto". Tuttavia, capire dove implementare gli elementi grafici non fu un gioco da ragazzi. The Oregon Trail era un gioco variegato, ma ogni elemento grafico richiedeva 8 kilobyte di spazio su disco e un floppy disk aveva a disposizione al massimo 140 KB per lato. "Dunque potevamo contare su una quantità davvero limitata di spazio per la grafica", ha spiegato. Alla fine, optarono per una combinazione di elementi grafici statici per i luoghi visitati dai giocatori ed elementi grafici animati per le rappresentazioni del viaggio e altre attività come la caccia.
Tuttavia, Bouchard non voleva solamente abbellire il gioco originale. Voleva aggiornare il design di Rawitsch del 1971 affinché fosse adatto all'epoca moderna. "A quell'epoca, era stato veramente un prodotto innovativo e gli sviluppatori iniziali erano degli autentici visionari", ha sottolineato. "Ciononostante, nel 1984 non trovavo più il prodotto così convincente. A mio parere, il gioco offriva troppo poco controllo al giocatore e troppe poche opportunità di compiere decisioni".
Per migliorare questi aspetti, Bouchard apportò numerose importanti modifiche al design. "Ho elaborato dei turni di durata fissa, creando un nuovo modello in cui gli spostamenti avvenivano all'interno di un insieme fisso di punti geografici e selezionando attentamente i luoghi più importanti per i viaggiatori dell'epoca", ha continuato. "Una volta fissato questo modello di viaggio da punto a punto, ho potuto iniziare a ideare ulteriori attività di gioco, alcune delle quali sarebbero state disponibili nei luoghi d'interesse (come attraversare i fiumi o parlare con la gente del posto) e altre sarebbero state inserite tra un luogo importante e l'altro (ad esempio, il sistema di caccia completamente rielaborato)".
Bouchard apportò ulteriori modifiche per tenere conto del fatto che questa versione era pensata per i personal computer. "In quel periodo, nella maggior parte delle scuole i ragazzi dovevano recarsi nel laboratorio informatico per usufruire di un prodotto del MECC e non potevano perciò utilizzarlo per molto tempo. Per l'uso privato ho dovuto invece realizzare un prodotto che consentisse all'utente di giocaci in modo continuativo e ripetuto". Questo portò all'introduzione di un sistema di punteggio, di una classifica dei migliori punteggi e di vari livelli di difficoltà.
"Decisi anche di consentire ai giocatori di dare un nome alle altre quattro persone presenti nel carro, le quali avrebbero potuto contrarre malattie, essere ferite o morire". Bouchard aveva capito che la possibilità di personalizzare i propri personaggi avrebbe spinto i giocatori a "voler continuare a provare e fare sempre meglio".
Uno dei cambiamenti più rilevanti apportati da Bouchard riguarda la totale rielaborazione del sistema di malattie, rendendolo ancora più importante per lo svolgimento del gioco. Ciò contribuì non solo a consolidare la reputazione del gioco (basta ricordare la famigerata frase indicante la "morte per dissenteria"), ma anche a motivare Bouchard a rielaborare il sistema di gioco.
"Nel periodo in cui mi stavo occupando del design, negli Stati Uniti circolava la leggenda secondo cui i decessi sulla Pista dell'Oregon erano dovuti agli attacchi dei nativi americani", ha affermato. "In realtà, gli attacchi dei nativi americani ai viaggiatori via terra erano estremamente rari. Piuttosto, la maggior parte dei decessi sulla pista erano dovuti a malattie e incidenti. Si trattava di un aspetto fondamentale del viaggio e, proprio per questo motivo, dovevo renderlo una caratteristica principale del gioco".
Bouchard ha affermato che The Oregon Trail ha seguito uno sviluppo "completamente diverso rispetto a qualsiasi altro prodotto realizzato in precedenza dal MECC". E, nonostante sia stato un progetto impegnativo e a volte anche stressante, il suo sviluppo fu "un'esperienza molto piacevole grazie alla collaborazione con un team di talento". La sfida più grande per il progetto fu decidere quali delle moltissime idee di Bouchard per le meccaniche di gioco sarebbero poi state inserite nella versione finale. Ciò condusse all'eliminazione di numerose funzioni che erano state già previste. La parte finale del gioco, per esempio, avrebbe dovuto includere due diverse modalità di gioco che davano ai giocatori la possibilità di fare rafting lungo il fiume Columbia o di affrontare un ventoso sentiero di montagna chiamato Barlow Toll Road.
"Ispirandosi alle difficoltà realmente affrontate dai viaggiatori, la modalità Barlow Road avrebbe dovuto essere un rompicapo in cui utilizzare corde, leve e carrucole per sollevare il carro e oltrepassare le parti ripide di Barlow Road", ha spiegato Bouchard. Questa idea, però, fu abbandonata perché lo spazio su disco non era sufficiente. Altre funzioni scartate comprendevano l'opzione di portare bestiame lungo il viaggio e tutte le attività da "buoni samaritani" che avrebbero permesso ai giocatori di assistere i personaggi non giocanti incontrati lungo il percorso.
The Oregon Trail fu pubblicato nel luglio del 1985. Bouchard era sollevato che il progetto fosse completato e anche entusiasta per i commenti positivi che aveva ricevuto in fase di test. "Eravamo certi del fatto che il prodotto avrebbe avuto successo almeno quanto gli altri prodotti precedentemente pubblicati dal MECC", ha aggiunto. "Come poi è emerso, i risultati effettivi superarono di gran lunga le nostre aspettative".
Bouchard ha sottolineato che "nel giro di un paio di mesi" era ormai chiaro che The Oregon Trail fosse diventato un successo. In effetti, la nuova versione era talmente buona da creare un certo scompiglio all'interno del sistema scolastico. "A novembre, durante l'annuale conferenza nazionale del MECC, gli insegnanti si ribellarono perché il MECC stava ancora inviando alle scuole la versione precedente, mentre vendeva quella nuova nel mercato dei personal computer", ha affermato. Un problema che fu risolto rapidamente. "Prima della primavera seguente, abbiamo constatato che The Oregon Trail era adottato nella maggior parte delle scuole del Nord America".
Lasciare il segno
La versione di The Oregon Trail per Apple II fu una rivoluzione nel campo dei software di calcolo didattici che ha avuto un grande successo non solo all'interno delle scuole americane, ma anche sul mercato dei personal computer. Diede il via a "un'epoca d'oro di 10 anni" al MECC, che terminò solamente quando l'azienda fu venduta a Softkey per 370 milioni di dollari. Sebbene il successo del gioco non avesse arricchito le tasche di Bouchard, che non ricevette alcuna azione né profitti dalle vendite, gli servì a consolidare la sua reputazione all'interno del settore. "Il mio legame con The Oregon Trail mi ha aiutato a trovare altri lavori", ha ammesso.
Bouchard è orgoglioso dell'eredità che il gioco ha lasciato nelle scuole americane e di come ha rappresentato "la storia di 300.000 persone comuni che sono state disposte ad affrontare enormi avversità per costruirsi una vita migliore". Tuttavia, non esita ad evidenziare "uno dei difetti fondamentali" di The Oregon Trail. "Sebbene l'espansione verso ovest rappresenti ancora una delle pagine più importanti della storia americana, è sempre più diffusa l'opinione che la storia non debba essere raccontata solamente dal punto di vista di coloro che parteciparono all'espansione", ha affermato.
Nei progetti originali per The Oregon Trail, Bouchard non avrebbe voluto limitarsi solamente a sfatare i miti che vedevano i nativi americani attaccare i carri lungo la pista. Sperava di rappresentare anche i nativi americani stessi.
"Ho lottato per trovare un modo che consentisse al giocatore di avere maggiori interazioni con i nativi americani presenti lungo la pista, per poter offrire un quadro più completo del periodo e rendere più interessante l'esperienza di gioco". Le idee includevano la possibilità di "barattare" con i nativi americani, i quali "dimostravano di interagire in modo professionale e pacifico", oltre a "molte interazioni ostili che potevano essere risolte pacificamente" durante la prima parte del viaggio.
Bouchard cita un esempio basato sulla storia reale. "Un'idea era quella in cui i nativi americani, che avevano eretto un semplice ponte di tronchi per attraversare un fiume lungo la pista, chiedevano ai viaggiatori un piccolo pedaggio per poterlo percorrere", ha ammesso. "Tuttavia, la storia racconta che a volte i viaggiatori pretendevano di attraversare il ponte gratuitamente e in un caso massacrarono i nativi americani che avevano costruito il ponte".
Infine, Bouchard decise che questo tipo di interazioni fosse "troppo complesso" da includere, poiché avrebbe potuto "causare fraintendimenti e/o usi impropri". In effetti, la prospettiva dei viaggiatori si è rivelata una limitazione troppo grande perché Bouchard potesse aggirarla. "Ogni attività all'interno del gioco doveva corrispondere a delle esperienze reali vissute dalle persone che viaggiarono verso ovest percorrendo la pista". Anche i limiti dell'hardware rivestirono un ruolo importante nella scelta. Come molte delle altre idee che Bouchard aveva per il gioco, queste interazioni più articolate con i nativi americani vennero scartate, sebbene lui le abbia riprese nel gioco didattico che sviluppò in seguito, Lewis and Clark Stayed Home del 1991.
Eppure, sebbene questa rimanga la versione più nota di The Oregon Trail, il remake di Bouchard del 1985 non è l'ultimo videogioco ad aver esplorato il viaggio da Independence a Oregon City. Tra il 1995 e il 2001, i nuovi proprietari del MECC, Softkey/The Learning Company, produssero numerosi seguiti. Verso la fine degli anni 2000, i diritti di The Oregon Trail vennero acquisiti da HarperCollins, che ne produsse una nuova versione per i cellulari in collaborazione con Gameloft. Eppure, nessuno di questi giochi si è interrogato seriamente su come rappresentare questo periodo storico come fece Bouchard.
Gameloft ha però recentemente sviluppato un remake di The Oregon Trail, pubblicato nel 2021 su Apple Arcade e che arriverà questo mese su Epic Games. Proprio come per il gioco del 1985, la priorità di questo remake è stata di aggiornare il titolo per renderlo fruibile al pubblico odierno, conservando lo spirito dell'originale.
Ciò è evidente in diversi aspetti, uno dei quali è ovviamente l'aggiornamento della grafica. Il remake di Gameloft unisce la pixel art in 2D ad ambienti ed effetti in 3D. "Troverete condizioni atmosferiche, riflessi sull'acqua, lens flare, raggi solari e illuminazioni speculari sui nostri sprite", ha affermato Liz Ballantyne, direttrice artistica di The Oregon Trail. "È uno stile davvero accattivante che sembra nostalgico e contemporaneo allo stesso tempo".
Analogamente, Gameloft ha apportato diverse modifiche al design di base del gioco. "Il gioco pubblicato nel 1985 potrebbe essere riassunto con quattro o cinque cose da dover fare", ha affermato Ballantyne. "Il livello di difficoltà era adatto per il 1985, ma non per il pubblico odierno". Per il suo remake, Gameloft ha introdotto "eventi casuali selezionati in modo procedurale in cui le scelte dei giocatori influiscono sulla loro squadra e sugli eventi di gioco futuri". Allo stesso tempo, ognuno dei quattro personaggi possiede "la propria combinazioni di tratti [della personalità], sia buoni che meno buoni, che potrebbero farti scoprire esiti diversi per la tua squadra".
Tuttavia, il cambiamento più notevole apportato da Gameloft risiede nel modo in cui ha affrontato la rappresentazione storica. "Per la prima volta nella storia della serie, personaggi indigeni e neri sono presenti sia nella squadra giocabile che tra i personaggi che incontri durante il viaggio", ha continuato Ballantyne.
L'approccio di Gameloft alla rappresentazione della storia in The Oregon Trail è su più livelli e si fonda sulla ricerca storica. Ballantyne ha spiegato che lo studio "ha interpellato tre storici nativi americani per farsi aiutare a realizzare l'aspetto delle miniature virtuali, le storie, i dialoghi, le musiche, i ruoli e molto altro". Lo studio ha unito queste informazioni con le proprie ricerche testuali, immaginando gli aspetti concreti legati al viaggio lungo la Pista dell'Oregon. "Per esempio, uno dei nostri [personaggi] indigeni femminili indossava dei raffinati orecchini lunghi che, considerata la ventosità lungo il percorso, sarebbero stati poco pratici".
Queste ricerche sono state integrate nel gioco. Ad esempio, The Oregon Trail ti consente di incontrare o giocare nei panni di molti personaggi ispirati a persone reali, come Sarah Winnemucca, autrice e attivista dei diritti degli indigeni del diciannovesimo secolo. "[Sarah] è stata la prima scrittrice nativa americana a essere pubblicata in inglese", ha raccontato Ballantyne. Inoltre, il gioco include viaggi e storie che vanno oltre la celebre pista, alcune delle quali seguono le vite dei personaggi indigeni. "Ci sono, per esempio, Stee-lah, una madre Pawnee, e suo figlio Little Chief che si dirigono verso una battuta di caccia invernale", ha spiegato Ballantyne. "Viene anche raccontato il viaggio della famiglia Lenape Halfmoon che è alla ricerca di un parente perso".
L'obiettivo generale è di rappresentare le vite degli indigeni che abitavano il West americano in quel periodo. Inoltre, il remake di Gameloft non ignora né gli effetti negativi che l'espansione verso ovest ha avuto sulla vita e la cultura dei nativi americani, né l'incapacità della serie a rappresentare finora questo aspetto. "Il nuovo gioco inizia con un messaggio che riconosce che le precedenti versioni di The Oregon Trail non sono riuscite a rappresentare i punti di vista e le tradizioni degli indigeni", ha spiegato Ballantyne.
La rappresentazione della storia in The Oregon Trail potrebbe non essere perfetta e potrebbe non esserlo mai. Ma forse la cosa più importante che un gioco educativo possa insegnare è che non c'è mai fine alla conoscenza: ci saranno sempre nuove informazioni da scoprire, nuovi punti di vista da analizzare e nuove voci da ascoltare. Attraverso le sue varie versioni e rivisitazioni, The Oregon Trail ha dimostrato di saper apprendere nuovi elementi tanto quanto riesce a insegnarli. Era nato come un modo per insegnare agli studenti i pericoli affrontati dalle persone che presero parte all'espansione verso ovest. Ora, il messaggio iniziale del remake di Gameloft dice:
"Per le popolazioni indigene, l'espansione verso ovest non è stata un'avventura, ma un'invasione".